Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Roma, 12 maggio 2008 «Sono disponibile a lavorare per i Verdi come ho fatto fin dall’inizio degli anni 80. Ma occorre che la svolta ci sia subito: il consiglio federale del partito che si è chiuso domenica scorsa ha testimoniato una forte spinta all’autoconservazione che nulla ha a che vedere con il nuovo inizio di cui c’è bisogno». Così Marco Boato che al VELINO spiega quali rischi stia correndo in assenza di discontinuità il Sole che ride e soprattutto quali potrebbero essere le condizioni per ripartire. «Nonostante lo tsunami elettorale delle ultime politiche si registrano ancora tentativi di servirsi dei Verdi, in modo da potersi spartire o controllare qualche altro pezzetto di potere. Un potere del nulla», dice ancora l’esponente storico del Sole che ride precisando che la sua disponibilità è a tempo per quel che serve alla transizione. «Io credo che non ci sia ancora una consapevolezza completa di quello che è successo e del rischio che si corre. C’è gente ancora in una fase ipnotica. C’è chi addirittura invoca il complotto mediatico senza dimostrare grande consapevolezza dei propri errori: se si continua su questa linea - dice Boato - non passerà molto tempo prima che verremo spazzati via anche dalle amministrazioni locali. Bisogna riaprire porte e finestre alla società civile, alle associazioni, al mondo delle professioni, altrimenti il destino è quello della cancellazione, stavolta totale e senza appello. Né si illudano i teorici dei fortini o delle ridotte. Senza un nuovo inizio verremo progressivamente cancellati anche dai consigli comunali e regionali. Un processo del resto già in atto». Ma allora da dove ripartire? «Certamente - precisa Boato - non dai comitati del No che non portano neppure un voto ai Verdi, ma ci espongono a una deriva che è contraria alla vocazione maggioritaria, trasversale e di governo del pensiero ecologico». Per Marco Boato «è dunque necessaria una svolta di 180 gradi non solo nella classe dirigente, ma anche nell’organizzazione del Sole che ride. Va modificato lo statuto e vanno cambiate le modalità di tesseramento a volte fasulle. Insomma va rivisto tutto, dalla dirigenza ai rapporti con il territorio. Ci aspetta, se ne avremo il coraggio, una traversata nel deserto». «Ma del resto, se invece si seguirà la china antagonista, verremo condannati all’oblio», dice Boato che fa un paragone con Lotta continua. «Quando dichiarammo chiusa quella esperienza nel ‘76 alcuni nostalgici continuarono da sopravvissuti nella esperienza estremizzata di Lotta continua per il Comunismo. Niente a che vedere con un’altra esperienza. Il Partito d’azione di cui facevano parte i miei genitori era un grande piccolo partito che è finito 60 anni fa. Ma ancora oggi si parla positivamente della cultura azionista».
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MARCO BOATO |
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